venerdì 16 giugno 2017

La Circolare Gabrielli, NR. 555/0P/0001991/2017/l, sulla "GESTIONE DELLE PUBBLICHE MANIFESTAZIONI" dopo i fatti di Torino.

La Circolare Gabrielli, NR. 555/0P/0001991/2017/l, sulla  "GESTIONE DELLE PUBBLICHE MANIFESTAZIONI" dopo i fatti di Torino.

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S.I.L.Po.L.
Sindacato Italiano Lavoratori Polizia Locale
SEDE REGIONALE PIEMONTE – 10100 – TORINO port.. 335 6058273 – fax 011 0701621
www.silpol.it e-mail: silpolpiemonte@silpol.it

LETTERA APERTA AL SIGNOR MINISTRO MINNITI
Caro sig. Ministro Marco Minniti,
la scrivente O.S. di categoria si permette di evidenziarle
alcune perplessità riguardanti le sue recenti esternazioni in merito alla necessaria
collaborazione della Polizia Locale alle attività di contrasto con il crescente fenomeno del
terrorismo.
Fino a quando certe affermazioni vengono fatte dalla Pubblica Opinione, male
informata e pertanto non a conoscenza delle normative vigenti, possono anche essere
ignorate, ma quando provengono da un Ministro dell’Interno, che più di tutti dovrebbe
essere a conoscenza della Legge Italiana, sinceramente ci preoccupiamo.
Come lei ben sa (o dovrebbe ben sapere), la Polizia Locale è regolata da una legge
Quadro risalente al 7 marzo 1986, la n. 65. E sono 31 anni che non viene minimamente
modificata o rivista. Certo anche in quel periodo c’era il terrorismo, sebbene di altra natura,
e la Polizia Locale ha contribuito anche con il sangue di alcuni suoi operatori in quei
frangenti, ma l’allora Legislatore ha voluto scrivere nero su bianco che questa era solo una
“polizia amministrativa”, per nulla integrata e integrabile con le “Forze di Polizia dello
Stato” che sono regolate da apposita legge (la famosa 121).
In questi 31 anni però, abbiamo assistito inermi e impossibilitati a qualsiasi forma di
opposizione, all’attribuzione alla Polizia Locale di sempre maggiori funzioni, tutte di
“Polizia” e tutte appartenenti in via principale alle “Forze di Polizia dello Stato”, senza però
ottenerne mai gli stessi benefici sia a livello contrattuale, che pensionistico, che di semplici
idennità ed emolumenti, oltre che di garanzia dai rischi derivanti (la c.d. “Causa di
Servizio”).
Tralasciando le varie normative regionali che danno una regolamentazione alle
funzioni e all’organizzazione della P.L. nei paletti indicati dalla Legge Quadro nazionale,
già nel 1992 (D.Lvo 285 del 30.04.92, il Codice della Strada) il Legislatore ha ritenuto di
affidare i compiti di Polizia Stradale allo Stato, citando nell’art. 12 in primis la
specializzazione della Polizia di Stato e poi la Polizia di Stato tutta, quindi i Carabinieri, la
Guardia di Finanza, la Forestale e persino la Polizia Penitenziaria, relegando all’ultimo
posto la Polizia Municipale (insieme a cantonieri e funzionari della Motorizzazione Civile),
senza neppure citarla espressamente.
Eppure in tutte le grandi città, e non solo, la P.L. è praticamente l’unica che si è
assunta l’onere della regolazione del traffico e soprattutto della rilevazione dei sinistri
stradali, dalla semplice collisione con danni materiali al sinistro con esito mortale. Non so
se ne sia a conoscenza, ma si informi su quanti sinistri vengono quotidianamente rilevati
dalla sola P.L. e poi li confronti con quelli rilevati dalle Forze di Polizia, e constaterà come il
senso dell’art. 12 C.d.S. sia stato di fatto stravolto mediante accordi più o meno taciti tra i
vari attori (Prefetture, Questure, Sindaci). Non le chiedo di verificare quante pattuglie delle
Forze di Polizia siano invece impegnate nella “regolazione” del traffico, perché immagino
che siano numeri pari a zero, mentre per la P.L. si tratta di valori che difficilmente possono
essere anche solo quantificati data la loro enorme mole.
Nel 1998 poi si è avuta un’impennata nel conferimento di funzioni alla P.L.,
dapprima con il D.Lvo 31.03.98 n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi
dello Stato alle regioni ed agli enti locali), dove il Legislatore ha posto in capo al Sindaco
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Le aggiungo inoltre che per svolgere le funzioni di “ordine pubblico” e di “pubblica
sicurezza”, le Forze di Polizia dello Stato percepiscono una specifica indennità, prevista
anche per gli impiegati delle Prefetture che mettono dei timbri in un ufficio, mentre la
stessa indennità è corrisposta alla P.L. che svolge le effettive funzioni (e quando le svolge
effettivamente) in misura ridotta (solo il 20% del totale), per cui si ha la “simpatica”
situazione in cui in una pattuglia interforze, di cui lei stesso ha sollecitato l’impiego,
l’agente della P.L. che svolge lo stesso turno, stesso servizio e stessa attività
dell’operatore della “Forza di Polizia dello Stato”, sia di fatto meno tutelato e meno pagato.
In conclusione Le ricordo l’esclusione della P.L. dai cosiddetti “mestieri usuranti”,
pertanto mentre l’operatore di P.L. andrà in pensione a 65 anni, il suo omologo delle Forze
di Polizia dello Stato usufruirà di uno sconto mediante il quale andare in pensione 5 anni
prima, pur svolgendo lo stesso lavoro (anzi, come ha visto persino un po’ di meno).
Crediamo pertanto, alla luce di tutte queste osservazioni, che prima di parlare di
“Polizia Locale Antiterrorismo”, sarebbe opportuno provvedere all’equiparazione di questa
alle altre Forze di Polizia, sia sotto un profilo pensionistico, che di tutele e indennità (non
ultima l’inclusione della P.L. nel famoso “bonus” di Renzi riservato alle Forze dell’Ordine),
includendo quest’ultima nella stessa legge in cui sono state inserite le altre Polizie. In
attesa di questa epocale riforma, le suggeriamo anche di provvedere all’incremento
almeno dell’indennità di ordine pubblico e di pubblica sicurezza, estendendole in misura
completa anche alla nostra attività quotidiana e non limitandola al solo 20%.
Le ricordiamo che al momento siamo a tutti gli effetti “impiegati amministrativi”, con
lo stesso contratto di un bidello o di un impiegato dell’anagrafe, con la sola differenza che
in capo alla P.L. lo Stato ha posto attività, responsabilità e pericoli che non sono di certo
equiparabili ai rischi che corrono i predetti, ma appartengono agli stessi che corrono
quotidianamente le Forze dell’Ordine. Non crediamo che gli inservienti del suo Ministero
percepiscano le stesse indennità delle Forze di Polizia, e neppure i professori o gli
impiegati della Motorizzazione, per cui ci domandiamo come sia possibile che tali
difformità di trattamento non siano mai state notate dal suo Ministero.
Siamo certi che i fondi per tale eventuale esborso li potrà trovare nel risparmio che
lo Stato Italiano ne ricaverà annualmente, evitando di dover continuare a pagare i milioni di
euro di multa che derivano dal non essersi ancora allineati ai principi imposti dalla
Comunità Europea in ordine alle Forze di Polizia, e ci pare assurdo che lo Stato, che ora ci
chiede aiuto nella lotta al terrorismo, preferisca pagare quotidianamente cifre
astronomiche di multe invece che investire questo fiume di euro in un progetto più
lungimirante che garantisca alla P.L. un adeguato inquadramento giuridico, un contratto
idoneo alle funzioni svolte, e un trattamento pensionistico e di tutela identico a quello delle
altre Forze di Polizia che svolgono gli stessi incarichi.
Sperando in un favorevole accoglimento di questa nostra segnalazione, e restando
in attesa di AZIONI e non di parole .
Distintamente la salutiamo.
Torino, 12 giugno 2017
LA SEGRETERIA AZIENDALE TORINO